Un’ottima notizia per il, purtroppo, ampio mondo degli insegnanti precari arriva dall’Europa. La VI sezione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha riconosciuto ai docenti non di ruolo il diritto ad usufruire del bonus da 500 euro, ovvero sia quella Carta del docente fino a questi giorni destinata solo ai docenti con cattedra.
La sentenza si dimostra in linea con quanto aveva sancito lo scorso marzo il Consiglio di stato di Roma, quando diede ragione ai precari di religione che richiedevano il riconoscimento dei 500 euro.
Il procedimento europeo era partito da una segnalazione dei legali del sindacato Anief, che aveva da tempo già annunciato ricorsi per 5mila precari. Ora però Anief segnala 200mila ricorrenti che possono richiedere fino a 2.500 euro di bonus per gli ultimi cinque anni, circa mezzo miliardo per le casse dello Stato.
Il Miur ora dovrà forse ripensare l’allocazione dei miliardi arrivati con il Pnrr, e fino ad ora destinati soprattutto alla formazione continua dei docenti, all’edilizia scolastica e al combattere la dispersione scolastica.
La Corte di Giustizia europea ha accolto la tesi secondo cui l’erogazione del bonus al solo personale di ruolo, fosse in contrasto con il divieto di discriminazione, inserito nell’accordo quadro europeo sul lavoro a tempo indeterminato.
Il bonus da 500 euro infatti è destinato all’acquisto di beni e servizi formativi, per sviluppare le competenze professionali dei docenti. Competenze che, così come le mansioni svolte, sono di fatto le stesse sia per i docenti di ruolo che per quelli assunti con contratti a tempo determinato.
Il bonus dato dalla carta del docente va investito in materiali riguardanti il mondo della scuola o in corsi inerenti alla propria formazione, che quindi permettono l'acquisizione di punti nelle varie graduatorie per l'insegnamento.
Sono escluse da questa lista invece le certificazioni di lingua straniere mentre vi rientrano quelle sulle competenze digitali.
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